Il primo documento ufficiale da cui scaturirono le leggi razziali italiane è il Manifesto sulla purezza della razza pubblicato il 14 Luglio 1938 a cui è allegata la lista delle personalità che vi aderirono.

Questo testo aberrante rappresenta un chiaro esempio di cosa sia capace di partorire una comunità scientifica votata all'ideologia e alla politica dominante.

Se l'indipendenza dei mass media è essenziale in una moderna democrazia lo è molto di piú quella della scienza, considerate le implicazioni, anche etiche, che possono provenire da una visione falsata della realtà.

Nessuno tuttavia può illudersi in fatto di autonomia dei mass media e della scienza.

Se è difficile garantire l'indipendenza dei media dal potere politico ed economico non è cosa meno ardua garantire quella della scienza. Anche la scienza può sbagliare e di fatto sbaglia e sbaglia spesso.

Ciò che oggi è scienza domani sarà ignoranza: se è importante lottare per la dignità e la libertà della scienza non è meno importante sottoporre ad un'attenta valutazione etica i suoi pronunciamenti nella certezza - per coloro che credono - che la verità non può contraddire la verità.

La verità scientifica se è realmente tale non può contraddire la verità della fede.

Non si tratta di un mero apriorismo dogmatico ma della certezza che scaturisce dall'unicità di Colui che è autore sia della ragione sia della fede.

 

 La difesa della razza

Il manifesto fascista della razza

 

 

 

 

1) Le razze umane esistono.

L’esistenza delle razze umane non è già un’astrazione del nostro spirito, ma corrisponde a una realtà fenomenica, materiale, percepibile con i nostri sensi. Questa realtà è rappresentata da masse, quasi sempre imponenti di milioni di uomini simili per caratteri fisici e psicologici che furono ereditati e che continuano ad ereditarsi. Dire che esistono le razze umane non vuol dire a priori che esistono razze umane superiori o inferiori, ma soltanto che esistono razze umane differenti.

 

2) Esistono grandi razze e piccole razze.

Non bisogna soltanto ammettere che esistano i gruppi sistematici maggiori, che comunemente sono chiamati razze e che sono individualizzati solo da alcuni caratteri, ma bisogna anche ammettere che esistano gruppi sistematici minori (come per es. i nordici, i mediterranei, i dinarici, ecc.) individualizzati da un maggior numero di caratteri comuni. Questi gruppi costituiscono dal punto di vista biologico le vere razze, l’esistenza delle quali è una verità evidente.

 

3) Il concetto di razza è concetto puramente biologico.

Esso quindi è basato su altre considerazioni che non i concetti di popolo e di nazione, fondati essenzialmente su considerazioni storiche, linguistiche, religiose. Però alla base delle differenze di popolo e di nazione stanno delle differenze di razza. Se gli Italiani sono differenti dai Francesi, dai Tedeschi, dai Turchi, dai Greci, ecc., non è solo perché essi hanno una lingua diversa e una storia diversa, ma perché la costituzione razziale di questi popoli è diversa. Sono state proporzioni diverse di razze differenti, che da tempo molto antico costituiscono i diversi popoli, sia che una razza abbia il dominio assoluto sulle altre, sia che tutte risultino fuse armonicamente, sia, infine, che persistano ancora inassimilate una alle altre le diverse razze.

 

4) La popolazione dell’Italia attuale è nella maggioranza di origine ariana e la sua civiltà è ariana.

Questa popolazione a civiltà ariana abita da diversi millenni la nostra penisola; ben poco è rimasto della civiltà delle genti preariane. L’origine degli Italiani attuali parte essenzialmente da elementi di quelle stesse razze che costituiscono e costituirono il tessuto perennemente vivo dell’Europa.

 

5) È una leggenda l’apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici.

Dopo l’invasione dei Longobardi non ci sono stati in Italia altri notevoli movimenti di popoli capaci di influenzare la fisionomia razziale della nazione. Da ciò deriva che, mentre per altre nazioni europee la composizione razziale è variata notevolmente in tempi anche moderni, per l’Italia, nelle sue grandi linee, la composizione razziale di oggi è la stessa di quella che era mille anni fa: i quarantaquattro milioni d’Italiani di oggi rimontano quindi nella assoluta maggioranza a famiglie che abitano l’Italia da almeno un millennio.

 

6) Esiste ormai una pura "razza italiana".

Questo enunciato non è basato sulla confusione del concetto biologico di razza con il concetto storico-linguistico di popolo e di nazione ma sulla purissima parentela di sangue che unisce gli Italiani di oggi alle generazioni che da millenni popolano l’Italia. Questa antica purezza di sangue è il piú grande titolo di nobiltà della Nazione italiana.

 

7) È tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti.

Tutta l’opera che finora ha fatto il Regime in Italia è in fondo del razzismo. Frequentissimo è stato sempre nei discorsi del Capo il richiamo ai concetti di razza. La questione del razzismo in Italia deve essere trattata da un punto di vista puramente biologico, senza intenzioni filosofiche o religiose. La concezione del razzismo in Italia deve essere essenzialmente italiana e l’indirizzo ariano-nordico. Questo non vuole dire però introdurre in Italia le teorie del razzismo tedesco come sono o affermare che gli Italiani e gli Scandinavi sono la stessa cosa. Ma vuole soltanto additare agli Italiani un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per i suoi caratteri puramente europei si stacca completamente da tutte le razze extra-europee, questo vuol dire elevare l’italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità.

 

8) È necessario fare una netta distinzione fra i Mediterranei d’Europa (Occidentali) da una parte gli Orientali e gli Africani dall’altra.

Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l’origine africana di alcuni popoli europei e comprendono in una comune razza mediterranea anche le popolazioni semitiche e camitiche stabilendo relazioni e simpatie ideologiche assolutamente inammissibili.

 

9) Gli ebrei non appartengono alla razza italiana.

Dei semiti che nel corso dei secoli sono approdati sul sacro suolo della nostra Patria nulla in generale è rimasto. Anche l’occupazione araba della Sicilia nulla ha lasciato all’infuori del ricordo di qualche nome; e del resto il processo di assimilazione fu sempre rapidissimo in Italia. Gli ebrei rappresentano l’unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia perché essa è costituita da elementi razziali non europei, diversi in modo assoluto dagli elementi che hanno dato origine agli Italiani.

 

10) I caratteri fisici e psicologici puramente europei degli Italiani non devono essere alterati in nessun modo.

L’unione è ammissibile solo nell’ambito delle razze europee, nel quale caso non si deve parlare di vero e proprio ibridismo, dato che queste razze appartengono ad un ceppo comune e differiscono solo per alcuni caratteri, mentre sono uguali per moltissimi altri. Il carattere puramente europeo degli Italiani viene alterato dall’incrocio con qualsiasi razza extra-europea e portatrice di una civiltà diversa dalla millenaria civiltà degli ariani.

 

 

 

 

I dieci scienziati firmatari

 

On. Sabato VISCO

Direttore dell'Istituto di Fisiologia Generale dell'Università di Roma e Direttore dell'Istituto Nazionale di Biologia presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche

 

Dott. Lino BUSINCO

Assistente di Patologia Generale all'Università di Roma

 

Prof. Lidio CIPRIANI

Incaricato di Antropologia all'Università di Firenze

 

Prof. Arturo DONAGGIO

Direttore della Clinica Neuropsichiatrica dell'Università di Bologna e Presidente della Società Italiana di Psichiatria

 

Dott. Leone FRANZI

Assistente nella Clinica Pediatrica all'Università di Milano

 

Prof. Guido LANDRA

Assistente di Antropologia all'Università di Roma

 

Sen. Luigi PENDE

Direttore dell'Istituto di Patologia Speciale Medica dell'Università di Roma

 

Dott. Marcello RICCI

Assistente di Zoologia all'Università di Roma

 

Prof. Franco SAVORGNAN

Ordinario di Demografia all'Università di Roma e Presidente dell'Istituto Centrale di Statistica

 

Prof. Edoardo ZAVATTARI

Direttore dell'Istituto di Zoologia dell'Università di Roma.

 

 

 

 

Elenco delle personalità che aderirono al manifesto

 

Nota esplicativa: subito dopo l’emanazione delle leggi razziali sembra che sia stato pubblicato sui giornali anche un elenco di 180 scienziati e 140 politici, intellettuali, scrittori e giornalisti, aderenti alla campagna razziale. Leggere l’elenco (redatto forse dal governo fascista, a volte senza neanche chiedere la necessaria adesione se non il permesso esplicito) riserva molte sorprese. A parere di diversi autori invece l’elenco degli aderenti (non di firmatari quindi) comparirebbe per la prima volta nel libro di Franco Cuomo, I Dieci. Chi erano gli scienziati italiani che firmarono il manifesto della razza, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2005, alle pagine 202-207. Circa i nomi noti presenti nella lista non ci sono dubbi, almeno quanto alle idee in merito, per tutti gli altri aderenti non ci sono prove di alcun genere, a parte quanto sostenuto dallo stesso Cuomo. Maurilio Lovatti sostiene che forse l’elenco è stato compilato includendo tutti coloro che pubblicamente formularono affermazioni o tesi “antiebraiche”, che comunque è cosa assai diversa dal sottoscrivere di proprio pugno un tal manifesto.

 

ACERBO Giacomo,

COCCHIARA Giuseppe,

LANZA Ugo,

PINI Giorgio,

ACITO Alfredo,

COGNI Giulio,

LANZARA Giuseppe,

POLI Athos,

ALESSANDRI Pino,

COLIZZI Gioacchino,

LA VIA Lorenzo,

POMILIO Marco,

ALESSI Rino

COLLALTINO Collalto

LELJ Massimo

PODALIRI Guido

ALFIERI Dino

CONSOLI Francesco

LEMMI Roberto

PREZIOSI Giovanni

ALMIRANTE Giorgio

COPPOLA Francesco

LEONI Enzo

PUCCIONI Uberto

AMICUCCI Ermanno

CORSO Raffaele

LE PERA Antonio

RAVA Maurizio

ANDALÒ Ugo Giorgio

COSSIO Carlo

LESSONA Alessandro

RAVASIO Carlo

ANDREUCCI Giuseppe

COSTAMAGNA Carlo

LIVI Livio

REA Leo

ANGELINI Franco

COTONE Oberdan

LODOLINI Armando

RELLINI Ugo

ANTONUCCI Antonio

CUCCO Alfredo

LOLLI Mario

RENDE Domenico

APOLLONI Livio

CUTELLI Mario

LORENZINI Paolo

RICCI Marcello

APPELIUS Mario

DAQUANNO Ernesto

LUCHINI Alberto

ROGNONI Gastone

ARCHIDIACONO Nicola

DE BAGNI Mario

LUCIDI Giuseppe

ROMANINI Alfredo

ARFELLI Felice

DE BLASI Vito

LUPI Gino

ROMANO Raffaello

AZZARITI Avv. Gaetano

DEDEL Francesco

MACRÍ Filippo

ROSSO Gustavo

BACCAGLINI Alessandro

DE DOMINICIS Adolfo

MAGANI Michele

RUCCIONE Mario

BACCIGALUPPI Mario

DE FRANCISCI Pietro

MAGGIORE Giuseppe

RUFFILLI W. Erminio

BADOGLIO Pietro

DELLE DONNE Michele

MANCA Antonio

RUSSO Giuseppe

BACCIOLI Vincenzo

DELL'ISOLA Giuseppe

MARCHITTO Nicola

SABATINI Arturo

BUFFARINI GUIDI Guido

DE ROSA Gabriele

MARINI Marco

SALVI Giunio

BALBO Emilio

DE ROSA Ennio

MARRO Giovanni

SANGIORGI Giorgio

BALLARATI Giancarlo

DE RUGGIERO Stefano

MARZOTTO Antonio

SANTARELLI Enzo

BANCHER Dante Cesare

DE SETA Enrico

MORANA Domenico

SARRI Corrado

BANISSONI Ferruccio

DE VITA Pier Lorenzo

MARTINOLI Ettore

SAVARINO Santi

BARBARA Mameli

DI CAPORIACCO Lodovico

MASINI Carlo Alberto

SAVELLI Giovanni

BARDUZZI Carlo

DI DONNO Alfredo

MASSA Mario

SAVORGNAN Francesco

BARGELLINI Piero

DI GIORGIO Guido

MASTROJANNI Alberto

SCALIGERO Massimo

BAZZI Carlo

DI MARZIO Cornelio

MASTROJANNI Gabriele

SCARDAONI Francesco

BELLINO Ugoberto

DOMENICI Carlo

MATARRESE Fortunato

SCARPELLI Furio

BENIGNI Umberto

DONAGGIO Arturo

MAZZEI Vincenzo

SCUDELLARI Giorgio

BEONIO BROCCHIERI Vittorio

DONADIO Nicola

MAZZONI Gino

SEMIZZI Renato

BERGAMASCHI Carlo

ELEFANTE Fernando

MEREGAZZI Renzo

SEMPRINI Giovanni

BERNUCCI Giorgio Luigi

ELLERO Pietro

MEZZASOMA Fernando

SERGI prof. Sergio

BIAGI Bruno

EVOLA Julius

MILANESI Guido

SPAMPANATO Bruno

BIAMONTI Ettore

FABIANO Giuseppe

MISCIATELLI Piero

SGABELLONI Massimo

BIANCOROSSO Rodolfo

FABBRI Vittorio Emanuele

MISSIROLI Mario

SOFFICI Ardengo

BIANCINI Bruno

FANFANI Amintore

MITRANO SANI Gino

SOLMI Arrigo

BIASUTTI Renato

FARINACCI Roberto

MODICA Aldo

SORLINI Ferruccio

BIOLETTO Angelo Marco

FERRI Carlo Emilio

MOLINARI Riccardo

SOTTOCHIESA Gino

BIONDOLILLO Francesco

FESTA CAMPANILE MOLINO Walter

SPARDINI Giacomo

BOCCA Giorgio

FICAI Giuseppe

MONTECCHI Mario

STARACE Achille

BOCCASILE Gino

FIORETTI Arnaldo

MORMINO Giuseppe

TACCHI VENTURI Pietro

BORGHESE Giacomo

FLAVIO Quinto

MURRI Romolo

TALLARICO Giuseppe

BORRETTI Mario

FLESCH Gislero

MUSSOLINI Benito

TASSINARI Renato

BORSANI Carlo

FONTANELLI Luigi

NAJ SAVINA Luigi

TEDESCO Z. Vittorio

BOTTAI Giuseppe

FORMOSA Raffaele

NATOLI Romualdo

TIRELLI Mario

BOTTAZZI Filippo

FORTEGUERRI Giuseppe

NERI Italo

TOPPI Giove

BLASI Guglielmo

FRANZI Leone

NICCO Carlo

TOSTI Armando

BRIGHENTI Roberto

FRASETTO Fabio

NIEDDU Ubaldo

TRITONI Romolo

BUSINCO Lino

FRUGONI Cesare

NOTARI Umberto

TRIPODI Nino

CABRINI Luigi

GABELLI Ottone

OMARINI Giuseppe

TRIZZINO Antonino

CALENDOLI Giovanni

GAYDA Virginio

ORANO Paolo

TUCCI Giuseppe

CALLARI Francesco

GARDINI Nino

ORTOLANI Giovanni

TURONE Mario

CALOSSO Claudio

GARDINI Walter

PACE prof. Biagio

TURRINI Mario Felice

CALURI Bruno

GARIBALDI Ferdinando

PADELLARO Nazareno

VALAGUSSA Francesco

CAMERINI Augusto

GASTEINER Elio

PAGLIARO Antonio

VALENTE Rindo

CANEVARI Emilio

GATTI Tancredi

PALMIERI Nino

VALLECCHI Attilio

CANIGLIA Renato

GEDDA Luigi

PAOLELLA Domenico

VALORI Aldo

CAPASSO Aldo

GEMELLI Padre Agostino

PAPINI Giovanni

VERCELLESI Edmondo

CAPPUCCIO Lino

GENNA prof. Giuseppe

PARIBENI Roberto

VERDINI Raul

CARBONELLI Riccardo

GENOVESI Cesare

PASCOLATO Michele

VIAN Cesco

CARNEVALE Em. Filiberto

GENTILE Giovanni

PAVESE Roberto

VICHI Ferdinando

CASINI Gherardo

GHIGI Alessandro

PAVOLINI Alessandro

VILLA Emilio

CASNATI Francesco

GIANI Niccolò

PEDRAZZA Piero

VILLA Rindo

CASSIANO Marco

GIANNETTI Berlindo

PEDROCCHI Federico

VILLARI Luigi

CASTELLETTI Giuseppe

GIGI Lorenzo

PEILLICANO Piero

VINCI Felice

CAVALLUCCI Guido

GIOVENCO Giuseppe

PELLIZZI Camillo

VISCO Sabato

CAZZANI Giovanni

GIULIOTTI Domenico

PENDE prof. Nicola

VIZIANO Angelo

CECCHELLI Carlo

GIUSTI Paolo Emilio

PENNISI Pasquale

ZAPPA Paolo

CESETTI Giuseppe

GRAY Ezio Maria

PETRACCONE Giovanni

ZAVATTARI Edoardo

CHELAZZI Gino

GRAVELLI Asvero

PENSABENE Giuseppe

ZANINI Giuseppe

CHERSI Livio

GRAZIANI Felice

PERALI Pericle

ZEDDA Ennio

CHIARELLI Riccardo

GRAZIANI Rodolfo

PETAZZI Giuseppe

ZERBINO Paolo

CHIARINI Luigi

GRAZIOLI Francesco S.

PETTAZZONI Raffaele

ZOJA prof. Luigi

CHIAUZZI Angelo

GUARESCHI Giovanni

PETRAGNANI Giovanni

ZUMAGLINI Cesare

CHILLEMI Guglielmo

GUERRIERI Ottorino

PETRI Tommaso

CHIURCO Giorgio

GUIDOTTI Paolo

PETRUCCI Antonio

CIANETTI Tullio

IMBASCIATI Bruno

PETTINATO Concetto

CIANO Galeazzo

INTERLANDI Telesio

PIAZZA Giuseppe

CIMINO Alfio

ISANI Giuseppe

PICENO Giorgio

CIPOLLA Arnaldo

LAMPIS Giuseppe

PICCIOLI Angelo

CIPRIANI Lidio

LANCELLOTTI Arturo

PIERAMONTI Umberto

CLAREMORIS Maurizio

LANDRA Giovanni

PICHETTI Guido

 

 

 

 

 

Per il testo originale cfr. La difesa della razza, 5 agosto 1938, 2.