«Quando, o fratelli, udite le parole del Signore: "Dove io sono, ivi sarà anche il mio servo" (Gv 12,26), non applicatele soltanto ai buoni vescovi e ai virtuosi sacerdoti. Siate tutti servitori di Cristo, ciascuno secondo le sue possibilità, vivendo nel bene, facendo elemosine, annunziando ovunque potete il suo nome e la sua dottrina. Ogni padre di famiglia intenda che questo nome di servo di Cristo gli fa dovere di amare i suoi con affetto veramente paterno. Per Cristo e per la vita eterna educhi i suoi, li ammonisca, li esorti, li corregga, elargisca la sua benevolenza e manifesti la sua severità; ricopra nella sua casa in un certo senso la funzione del sacerdote e del vescovo, servendo Cristo per essere in eterno con lui. In effetti, molti tra voi hanno servito Cristo con la massima devozione nella sofferenza e del sacrificio; e molti non erano né vescovi né sacerdoti, ma soltanto fanciulli e vergini, giovani e vecchi, sposi e spose, padri e madri di famiglia, servendo Cristo, essi dettero la loro vita nel martirio per lui, e ricevettero, dal Padre che li ha onorati, la corona della piú alta gloria» (cfr. Agostino d'Ippona, Commento al Vangelo di san Giovanni, 51, 13).

 

 

 

La legislazione attuale ha indubbiamente numerosi meriti, soprattutto dal punto di vista della tutela dei diritti sociali. In alcuni casi però il legislatore, ma ancor piú la prassi giurisprudenziale, nel tutelare i diritti delle categorie piú deboli ha dimenticato quelli delle categorie che una visione ideologica e di classe non ancora tramontata definirebbe come "oppressive". Nella realtà quotidiana non è vero che i genitori hanno gli stessi diritti di fronte alla legge, anche perché spesso vi è inevitabilmente una differenza fra la "Legge" e colui che è chiamato ad applicarla.

Negli ultimi dieci anni, per esempio, i padri hanno ottenuto nuovi diritti legali, ma sono tuttora in svantaggio quando vogliono l'affidamento dei figli in caso di divorzio. Spesso i giudici preferiscono lasciare i bambini con la madre ma non è detto che questa sia sempre la soluzione migliore. In ogni caso i figli hanno bisogno anche della figura paterna che, al pari di quella materna, non è surrogabile! Per combattere questa parzialità occorre sapere bene cosa fare e cosa, invece, evitare. È evidente che la speranza è che non si debba mai arrivare a questo punto, se però, dopo essersi impegnati e aver dato il meglio di sé, si è arrivati a questa soluzione o si è costretti ad accettarla è bene fare alcune considerazioni, soprattutto se è veramente in gioco il bene e il futuro dei figli.

 

Non abbandonare mai i tuoi figli

Se abbandoni il tetto coniugale senza farti piú vedere commetti un grave errore. Nel momento in cui lasci casa e non ti curi piú dei figli, concedi alla tua controparte un enorme vantaggio. Difficilmente il tribunale darà la custodia del figlio a un padre che se ne disinteressa. Se te ne vai dovrai dimostrare che l'hai fatto perché la situazione familiare finiva per ledere la serenità dei piccoli, e che hai tentato invano di mantenere unita la famiglia. È importante anche non dimenticarsi di continuare a mantenere economicamente entrambi, diversamente la tua posizione legale si aggraverà notevolmente.

 

Attenzione alle condizioni di separazione

Spesso gli elementi degli accordi contenuti nel ricorso per la separazione consensuale diventano gli elementi definitivi del divorzio. Una volta raggiunto l'accordo in sede di separazione, non è facile rinegoziare le condizioni dell'affidamento se non sono intervenuti importanti mutamenti che lo giustifichino. In ogni caso molto difficilmente la controparte sarà favorevole. La separazione cosí da "consensuale" potrebbe diventare "giudiziale", e aprire un'estenuante battaglia legale.

 

Il mediatore familiare

Se il rapporto matrimoniale è davvero compromesso ed irrecuperabile, per la controversia sull'affidamento, puoi affidarti ad un mediatore che potrà aiutare la controparte ad essere piú ragionevole. Uno psicologo esperto può aiutare entrambi a superare la crisi, a comportarsi in modo migliore nell'interesse del piccolo, e magari a trovare un accordo guadagnando tempo al momento di rivolgersi ad un legale. È indispensabile però che la madre accetti questa strada e arrivi a collaborare. In caso contrario la mediazione non potrà andare a buon fine e si rivelerà solo una perdita di tempo.

 

L'avvocato giusto

In genere, se le parti si accordano possono bastare anche un paio di mesi per ottenere l'approvazione da parte del tribunale per la separazione e, dopo tre anni, può volerci un solo anno in piú per ottenere il divorzio. Quindi è importante trovare un avvocato esperto e capace di sostenerti e di stare dalla tua parte per tutto il processo. Prima di affidargli formalmente l'incarico fatti spiegare bene qual è la tua posizione, come il giudice potrà valutarla e quante possibilità hai di ottenere l'affidamento del figlio. Ovviamente tutto questo avrà anche un risvolto economico da valutare preventivamente! È meglio scegliere un legale esperto in Diritto di famiglia, abile e disposto a mediare per te con la controparte, instaurando un rapporto di fiducia. Un bravo avvocato può evitarti una separazione giudiziale, che può durare da 2 a 6 anni e nel frattempo a pagare il costo umano piú pesante sono i figli. Se il legale ti consiglia di cercare un accordo e di interrompere il processo è bene fidarsi.

 

Chiarire le condizioni di affidamento

Se non sei mai stato un genitore attivo devi chiederti se riuscirai ad esserlo in futuro e a dimostrarlo al giudice. Per questo, quando decidi che ruolo vuoi avere nella vita dei tuoi figli, devi essere realista e considerare anzitutto il loro interesse. Anche se le possibilità di ottenere l'affidamento esclusivo sono minime, il tribunale potrebbe accordarti l'affidamento congiunto.

 

Dimostra la tua determinazione

Di norma il tribunale non modifica le condizioni della separazione e neppure i termini dell'affidamento, quindi conviene raggiungere un accordo che sia "bilanciato" e non tolga troppo al figlio la presenza di uno dei genitori. Quando a decidere è il tribunale ci si deve attendere un'attenta indagine sull'idoneità e capacità genitoriale, oltre che economica. Il giudice può anche disporre una consulenza tecnica in entrambi i casi. Questo però non significa che si debba accettare qualsiasi proposta offerta dalla controparte e dal suo avvocato. È bene prendersi il tempo di preparare un piano di affidamento dimostrando cosí che sei pronto ad opporti. Questo atteggiamento può invitarli a rinunciare alle loro pretese a tutto vantaggio del bene dei figli.

 

Raccogli le prove a sostegno della tua posizione

In caso di separazione giudiziale, devi dimostrare al giudice che sei un genitore attivo e capace. Avrai bisogno di referenze da parte di quelle persone (gli insegnanti, il pediatra, i vicini) che attestino che sei responsabile e ti prendi cura dei tuoi figli. Devi anche dimostrare al tribunale se sei in grado di garantire loro un ambiente affettivo sereno e stabile, anche mentre lavori, magari ricorrendo all'aiuto dei loro nonni. Al contrario, se convivi con una donna che ha scatenato la crisi coniugale, sarà molto difficile dimostrare la positività di questa "figura" per i piccoli. I giudici, giustamente, si preoccupano molto dell'atmosfera in cui dovranno vivere i bambini.

 

Raccogli le prove sfavorevoli alla tua controparte

Se la separazione degenera in una difficile lite giudiziale porta in tribunale, oltre alle prove di essere un genitore capace e responsabile, quelle che dimostrano che la tua controparte è inadatta alle condizioni di affidamento che chiede. Questo è vero soprattutto se ha problemi psichiatrici, se è affetta da alcolismo o se è tossicodipendente, oppure se ha un comportamento sessuale a rischio. Naturalmente occorrono prove concrete, come, per esempio, cartelle cliniche e testimonianze certe.

 

Comportati nel modo migliore

Se sei stato un buon marito e un buon padre non rovinare tutto trascurandoti e lasciandoti andare ad un comportamento discutibile. Sii sempre responsabile e affidabile, parti dal presupposto che l'avvocato della tua controparte ti tiene sotto stretto controllo. Per quanto innocua, qualsiasi azione può essere distorta davanti al giudice fornendo così la motivazione per non affidarti i figli. Non lasciare nemmeno che tua moglie ti spinga a comportarti male. Se tua moglie ti offende seriamente stai bene attento: è probabile che cerchi di spingerti ad una reazione inconsulta. Cedere a questa tentazione, soprattutto di fronte al giudice, può costare molto caro.

 

 

 

 

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Se raggiungere un accordo in sede giudiziale per l'affidamento dei figli può essere un serio problema, cercare di proteggere i tuoi diritti di padre se non sei sposato naturalmente è ancora piú difficile. Se sei in questa situazione, e il bambino è per legge il tuo figlio naturale, sapere come comportarsi è molto importante.

 

1) Provvedi a riconoscere legalmente il tuo rapporto padre-figlio. Se sei padre di un neonato, riconoscilo quanto prima come tuo figlio naturale all'Ufficio di Stato Civile, e fai in modo che il bambino abbia il tuo cognome nell'atto di nascita. Senza riconoscimento ogni tuo diritto decade.

 

2) Se vivi con la madre del bambino, o con una madre in attesa, non lasciarla mai priva di sostegno morale ed economico.

 

3) Occupati del figlio, portalo con te, non estraniarti e non estraniarlo dalla vita sociale.

 

4) Sii presente per entrambi, anche se la madre rifiuta il tuo aiuto.

 

5) Accompagna la madre nelle visite mediche, e il piccolo nelle visite pediatriche.

 

6) Anche se la madre rifiuta di riconoscerti come padre del bambino, fai tutti gli sforzi possibili per contribuire al suo benessere emotivo, fisico ed economico, finché non è possibile fare chiarezza sulla situazione. Documenta tutti i tuoi sforzi.

 

7) Metti per iscritto le tue intenzioni riguardo alle condizioni economiche in caso di separazione e di alloggio, ma accordati con la madre per un piano di affidamento solo nel momento in cui ti separi.

 

8) Mettiti in contatto con un'organizzazione che tutela i genitori in crisi e i diritti dei padri e sia in grado di offrirti sostegno e di consigliarti anche circa gli avvocati a cui potrai rivolgerti.

 

 

 

 

 

 

 

 

In difesa della paternità

 

Papà separati - SOS 02/65.54.73.6

 

 

 

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