Roma tiene a battesimo la prima edizione dei Giochi Mondiali Militari, manifestazione sportiva seconda solo alle Olimpiadi per importanza, partecipazione e valori tecnici, organizzata sotto l'egida del CISM, il Consiglio Internazionale dello Sport Militare cui fanno capo 113 Paesi membri.

«La proposta del Consiglio Internazionale dello Sport Militare di assegnare all'Italia l'organizzazione dei Primi Giochi Mondiali fu accolta con grande entusiasmo e profonda soddisfazione» - scrive l'Ammiraglio Guido Venturoni, Capo di Stato Maggiore della Difesa - nella pubblicazione ufficiale dedicata ai Giochi.

Grande entusiasmo, perché da sempre l'attività sportiva è un aspetto essenziale della vita militare, profonda soddisfazione perché, a cinquant'anni dalla fine del secondo conflitto mondiale, i rappresentanti di un'intera generazione di giovani in uniforme si troveranno riuniti assieme nel nostro Paese, per celebrare una grande festa: quella della sport.

 Cerimonia di inaugurazione

Un momento della cerimonia di inaugurazione

 

 

Sono circa cinquemila gli atleti, provenienti da tutto il mondo in rappresentanza di 86 Nazioni, a sfilare sulla pista dello Stadio Olimpico di Roma la sera del 6 settembre nel corso della cerimonia inaugurale dei Giochi aperti dal Capo dello Stato Oscar Luigi Scalfaro.

Momenti di autentica emozione si vivono quando Manuela Di Centa percorre l'ultimo tratto dello stadio e accende il tripode dei Giochi con la fiaccola che era stata alimentata al fuoco della Tomba del Milite Ignoto.

Sono giornate intense di gare, di impegno agonistico ma anche di riflessioni sui valori sociali che lo sport può esaltare, come sottolinea il Pontefice nel corso dell'udienza concessa agli atleti dei primi Giochi Mondiali Militari.

«Lo sport - dice Giovanni Paolo II - ha sempre la funzione di unire i popoli al di là delle differenze etniche, religiose, politiche. Un ruolo ancora più esplicito se riferito a questo evento sportivo.

Voi siete militari e sportivi allo stesso tempo, posizioni di vita che richiedono entrambe qualità fisiche e virtù morali.

Lo sport è una scuola di vita, ma anche il servizio militare tempra e fortifica il carattere della persona.

Il militare non è un uomo di guerra, ma colui che pur impegnato nella difesa della propria Patria opera perché tra le nazioni crescano rapporti di amicizia e di pace.

Ogni militare, adempiendo ai suoi doveri, deve sempre sentirsi nell'animo un soldato di pace».

 

 Giovanni Paolo II riceve il Generale Arthur Zechner

Ogni militare, adempiendo ai suoi doveri,

deve sempre sentirsi nell'animo un soldato di pace

 

 

 

Non a caso proprio al tema della pace erano stati dedicati questi Giochi che cadevano nel 50º anniversario della fine del secondo conflitto mondiale e della ritrovata pace internazionale.

Questa imponente manifestazione sportiva intende inviare al mondo intero il più esplicito e spettacolare messaggio di pace e al tempo stesso dimostrare la vitalità del CISM che in quasi 50 anni di attività (è stato costituito in Francia nel 1948) è passato dalle iniziali 5 Nazioni promotrici agli attuali 113 Paesi membri di cui ben 86 presenti con propri atleti a Roma.

 

 Ogni autentica vittoria nello Sport è una vittoria dell'umanità

Ogni autentica vittoria nello Sport è una vittoria dell'umanità

 

 

«La più grossa manifestazione del 1995» è la definizione data ai Giochi dal Gen. Gaetano Casale, Presidente del Comitato organizzatore.

Comitato che, a conclusione della sua impegnativa attività, riceverà i complimenti del Presidente del CISM Gen. Arthur Zechner.

«Il mondo sportivo militare internazionale - scriverà il Gen. Zechner nel suo messaggio di fine manifestazione - non avrebbe potuto ricordare i 50 anni dalla fine del secondo conflitto mondiale ed onorare insieme il proprio motto "Amicizia attraverso lo Sport", in un modo più bello e duraturo.

E questo è avvenuto grazie all'incomparabile ospitalità riservata dall'Italia a tutti noi e alla formidabile prova di efficienza organizzativa offerta dalle Forze Armate e Corpi equiparati italiani, che insieme al Comitato Olimpico e alle sue Federazioni Sportive si sono dimostrati in grado di allestire in brevissimo tempo una manifestazione tanto complessa».

 

 

 Incontro di Judo

 

 

 

Il testo e le immagini (didascalie escluse) sono tratte da:

LORIGA V. - BEZZI G., Atleti in uniforme. 45 medaglie da Lillehammer a Nagano (passando per Atlanta), Roma 1998, 76-79.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Sound Download

 

Inno olimpico ufficiale dal 1958

Spiro Samara - Testo del poeta greco Kostis Palamas (1896)

 

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