71) Il senso dell'esistenza è solo l'assurdo, il cristianesimo sussiste solo perché c'è gente che non ha il coraggio di accettare questa semplice realtà che, insieme al caso, è l'unica spiegazione possibile di tutte le cose.

 

 

 

 

Le risposte troppo semplici non sono quasi mai vere. Affermare che il senso dell'esistenza è solo l'assurdo equivale a dire che tutto viene dall'assurdo, esiste nell'assurdo e torna nell'assurdo, il ché non pare avere alcuna logica. Si potrebbe obiettare che questa illogicità è una conferma dell'assurdo, il fatto è che l'universo che abbiamo sotto gli occhi non è affatto illogico, anzi manifesta profondamente un ordine che non rende ragione a tale postulato di assurdità. Com'è possibile che dal caso e dall'assurdo nasca l'ordine universale? Se la stessa esistenza dell'uomo è frutto del caso e dell'assurdo perché nella struttura e nella psicologia umana si trova l'insopprimibile ricerca della certezza e della verità?

La realtà è che l'assurdo esiste solo nella mente umana e non trova spazio alcuno nell'ordine naturale! L'assurdo, infatti, implica contraddizione e perciò non può sussistere nella realtà. Dire che un oggetto esiste e non esiste al tempo stesso è un assurdo, ma nella realtà sappiamo bene che ciò non può essere, perciò come si può affermare che il senso dell'esistenza, insieme al caso, è solo l'assurdo, e che questa è l'unica spiegazione possibile di tutte le cose? Il caso e l'assurdo in realtà non possono spiegare nulla, per definizione! Il caso, in realtà, non esiste, è solo l'incapacità umana nel vedere un nesso fra le cose che ci fa pronunciare la parola "caso".

Nella natura nulla accade "a caso" ma è frutto di una moltitudine di variabili che non siamo capaci di percepire nella loro interezza ed istantaneità. La foglia non cade dall'albero a caso, cade in un punto preciso del terreno determinato dalla sua forma, dal peso, dalla distribuzione dei liquidi nei suoi tessuti interni, dalla direzione e dall'intensità del vento, dall'umidità e dalla densità dell'aria, dalla temperatura, dalle variazioni locali della gravità e del campo elettromagnetico, dall'intensità della radiazione solare, dal modo in cui avviene il distacco stesso della foglia, dall'azione delle muffe e degli insetti, etc. Se si potessero riprodurre in laboratorio tutte queste variabili, nello stesso identico modo, la foglia cadrebbe dall'albero sempre nello stesso identico modo, finendo sempre nello stesso identico punto. e cosí la goccia d'acqua ed infinite altre cose. Questo è ciò che nella scienza, nella vera scienza, prende il nome di metodo sperimentale, il metodo galileiano. È proprio cosí, il caso non esiste. o meglio, forse esiste davvero ma solo nella mente umana!

Davvero povera, sola e disperata è la mente che vivendo lontana da Dio cade vittima del suo stesso vuoto interiore. L'assurdo e il caso sono "orrori logici" che nella realtà non esistono, eppure l'uomo nel vuoto del suo cuore può divenirne vittima. Non si potrebbe immaginare schiavitú peggiore di questa: cadere vittima di un'insignificante creazione del proprio stesso debole pensiero.

Ci sono molte altre realtà che smentiscono la misera tesi dell'assurdo e del caso. Come spiegare a livello umano l'esistenza dell'amore, la capacità di donare se stessi fino all'ultimo? Come può un essere nato dal caso e dall'assurdo giungere a concepire una realtà cosí alta come l'amore disinteressato? La filosofia (ma anche la scienza) ammonisce che non è possibile trarre delle conclusioni piú grandi delle premesse. Verrebbe da dire pertanto che l'amore non può che provenire da un altro mondo, ma dicendo questo si afferma senza rendersene conto una grande verità: l'amore, infatti, quello vero, è una realtà piú che naturale, ossia soprannaturale. In verità l'unica spiegazione possibile della dignità della persona umana non può che implicare appunto il soprannaturale, del tutto all'opposto del caso e dell'assurdo.

La Sacra Scrittura, nel libro della Sapienza, parla di questa tesi vecchia e decrepita che tutte le generazioni hanno conosciuto, stimandola come novità, e ne delinea le sue tristi conclusioni. L'assurdo e il caso sono degni compagni della morte:

 

«Dicono fra loro sragionando:

«La nostra vita è breve e triste;

non c'è rimedio, quando l'uomo muore,

e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi.

Siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo stati.

È un fumo il soffio delle nostre narici,

il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro cuore.

Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere

e lo spirito si dissiperà come aria leggera.

Il nostro nome sarà dimenticato con il tempo

e nessuno si ricorderà delle nostre opere.

La nostra vita passerà come le tracce di una nube,

si disperderà come nebbia scacciata dai raggi del sole e disciolta dal calore.

La nostra esistenza è il passare di un'ombra e non c'è ritorno alla nostra morte,

poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro.

 

Su, godiamoci i beni presenti,

facciamo uso delle creature con ardore giovanile!

Inebriamoci di vino squisito e di profumi,

non lasciamoci sfuggire il fiore della primavera,

coroniamoci di boccioli di rose prima che avvizziscano;

nessuno di noi manchi alla nostra intemperanza.

Lasciamo dovunque i segni della nostra gioia

perché questo ci spetta, questa è la nostra parte.

 

Spadroneggiamo sul giusto povero,

non risparmiamo le vedove,

nessun riguardo per la canizie ricca d'anni del vecchio.

La nostra forza sia regola della giustizia,

perché la debolezza risulta inutile.

Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo

ed è contrario alle nostre azioni;

ci rimprovera le trasgressioni della legge e ci rinfaccia le mancanze

contro l'educazione da noi ricevuta.

Proclama di possedere la conoscenza di Dio e si dichiara figlio del Signore.

È diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti;

ci è insopportabile solo al vederlo,

perché la sua vita è diversa da quella degli altri,

e del tutto diverse sono le sue strade.

Moneta falsa siam da lui considerati,

schiva le nostre abitudini come immondezze.

 

Proclama beata la fine dei giusti e si vanta di aver Dio per padre.

Vediamo se le sue parole sono vere;

proviamo ciò che gli accadrà alla fine.

Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà,

e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.

Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti,

per conoscere la mitezza del suo carattere e saggiare la sua rassegnazione.

Condanniamolo a una morte infame,

perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà».

 

La pensano così, ma si sbagliano;

la loro malizia li ha accecati.

Non conoscono i segreti di Dio;

non sperano salario per la santità

né credono alla ricompensa delle anime pure.

Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità;

lo fece a immagine della propria natura.

Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo;

e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono» (Sap 2,1-24).