69) Viviamo in una società in crisi afflitta da tanti e gravi problemi. Con il passare del tempo le cose andranno meglio o peggio?

 

 

 

 

Non è semplice rispondere ad una domanda del genere. Si può abbozzare una risposta solo se ci si riferisce alla problematica morale ed etica. Umanamente parlando è piú facile ottenere un "miracolo economico" che un "miracolo etico"; anche sul piano scientifico si può trovare una soluzione al problema energetico e ambientale, come trovarla invece sul piano morale ed etico? Chi può gettare un salvagente alla politica nazionale e internazionale, ormai preda di una corruzione sempre piú devastante? In questo senso può essere anche troppo facile enunciare una previsione dai toni inquietanti. Quale convivenza civile sarà mai possibile se non si porrà in atto una conversione morale ed etica che di giorno in giorno diventa sempre piú urgente?

A meno che non si verifichi un mutamento generalizzato in tal senso ci aspetta un futuro sempre piú violento all'interno di un contesto familiare e sociale sempre piú frammentati e dissoluti. Già allo stato attuale, l'ultima parola appare sempre piú demandata alla regola del profitto a tutti i costi. Un intero mondo, votato ad un liberismo impazzito e sempre piú feroce, sta paradossalmente creando un mondo che Karl Marx credeva di vedere già nella sua epoca: l'uomo e la sua società degradati a mera sovrastruttura economica. Il liberismo economico ottocentesco, insieme alla degenerazione filosofico-ideologica figlia del protestantesimo, creò mostri come il nazismo e il comunismo che scatenarono due guerre mondiali e portarono alla minaccia costante di un conflitto atomico; cosa scatenerà mai il moderno liberismo unito ad una struttura economica sempre piú pervasiva e onnipresente e che non sembra offrire spazio ad alternative?

I grandi imperi politici dell'Otto e del Novecento potevano asservire l'uomo inquadrandolo nelle file dei loro eserciti di massa, nelle strutture produttive o recludendolo nei lager e nei gulag; i moderni stati liberisti del 21º secolo possono violare la dignità umana dal concepimento alla tomba, riducendo davvero l'uomo a materiale biologico e commerciale. In questo contesto orwelliano quali esiti avrà la folle demolizione degli ammortizzatori sociali come la famiglia fondata sul matrimonio? Quali esiti avrà il progressivo smantellamento del welfare? Quali saranno gli esiti della degenerazione delle agenzie educative tradizionali sempre piú delegittimate da mass media più che mai influenti e sovversivi?

Le nostre società "dei lumi" hanno progressivamente messo in piedi dei giganteschi apparati diseducativi che hanno via via impoverito le giovani generazioni riducendole ad una massa anonima di consumatori sempre piú schiavi di un edonismo senza pudore. È crollato il senso estetico e morale rendendo quasi indistinguibile ciò che è bello (esteriore e interiore) da ciò che è brutto e volgare: brutto è volgare sono una moda, ancor peggio, un modo di essere.

Verrebbe da tirare un sospiro di sollievo pensando che, per male che possa andare, le guerre planetarie del passato non sono piú nemmeno concepibili, né auspicabili in un contesto di economia globalizzata. È vero, prova ne sia il fatto che le guerre devastanti che sono scoppiate in questi ultimi decenni, sono quasi tutte guerre civili, non guerre guerreggiate da eserciti nazionali. Guerra civile: la peggiore di tutte le guerre possibili!

Ecco perché è urgente l'appello alla conversione: convertirsi al Vangelo, convertirsi all'uomo visto sempre come fine e mai come mezzo.

Troppe persone non si rendono conto del fatto che il male ha in se stesso la sua ricompensa, ossia la morte, e che tutti presto o tardi raccoglieranno i frutti delle loro opere: "Gli empi - dice la Scrittura - sono come un mare agitato che non può calmarsi e le cui acque portan su melma e fango. Non v'è pace per gli empi, dice il mio Dio" (Is 57,20-21).

 

 

«Dicono fra loro sragionando:

«La nostra vita è breve e triste;

non c'è rimedio, quando l'uomo muore,

e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi.

Siamo nati per caso e dopo saremo come se non fossimo stati.

È un fumo il soffio delle nostre narici,

il pensiero è una scintilla nel palpito del nostro cuore.

Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere

e lo spirito si dissiperà come aria leggera.

Il nostro nome sarà dimenticato con il tempo

e nessuno si ricorderà delle nostre opere.

La nostra vita passerà come le tracce di una nube,

si disperderà come nebbia scacciata dai raggi del sole e disciolta dal calore.

La nostra esistenza è il passare di un'ombra e non c'è ritorno alla nostra morte,

poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro.

 

Su, godiamoci i beni presenti,

facciamo uso delle creature con ardore giovanile!

Inebriamoci di vino squisito e di profumi,

non lasciamoci sfuggire il fiore della primavera,

coroniamoci di boccioli di rose prima che avvizziscano;

nessuno di noi manchi alla nostra intemperanza.

Lasciamo dovunque i segni della nostra gioia

perché questo ci spetta, questa è la nostra parte.

 

Spadroneggiamo sul giusto povero,

non risparmiamo le vedove,

nessun riguardo per la canizie ricca d'anni del vecchio.

La nostra forza sia regola della giustizia,

perché la debolezza risulta inutile.

Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo

ed è contrario alle nostre azioni;

ci rimprovera le trasgressioni della legge e ci rinfaccia le mancanze

contro l'educazione da noi ricevuta.

Proclama di possedere la conoscenza di Dio e si dichiara figlio del Signore.

È diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti;

ci è insopportabile solo al vederlo,

perché la sua vita è diversa da quella degli altri,

e del tutto diverse sono le sue strade.

Moneta falsa siam da lui considerati,

schiva le nostre abitudini come immondezze.

 

Proclama beata la fine dei giusti e si vanta di aver Dio per padre.

Vediamo se le sue parole sono vere;

proviamo ciò che gli accadrà alla fine.

Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà,

e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.

Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti,

per conoscere la mitezza del suo carattere e saggiare la sua rassegnazione.

Condanniamolo a una morte infame,

perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà».

 

La pensano così, ma si sbagliano;

la loro malizia li ha accecati.

Non conoscono i segreti di Dio;

non sperano salario per la santità

né credono alla ricompensa delle anime pure.

Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità;

lo fece a immagine della propria natura.

Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo;

e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono» (Sap 2,1-24).