67) Chi sceglie la vita sacerdotale lo fa per sfuggire al mondo?

 

 

 

 

Certamente no e questo per diverse ragioni. Il sacerdote vive in mezzo al mondo, a contatto diretto con la gente, non è un monaco che si isola nella sua clausura per dedicarsi solo all'attività contemplativa.

Da ciò è chiaro che la domanda manifesta un'inconsapevolezza pressoché totale circa l'essere e il ministero del sacerdote.

Cosa si intende per "sfuggire al mondo"? Forse fuggire egoisticamente da tutti gli obblighi e i doveri della civile convivenza?

Forse al giorno d'oggi è ancora possibile ma a condizione di essere decisamente benestanti e di potersi permettere una vita del tutto appartata, cosa niente affatto semplice.

Il sacerdote deve sempre esercitare in qualche modo la cura d'anime che implica l'assegnazione di una parrocchia o di un'altra attività apostolica; non può estraniarsi dal mondo, anzi, non di rado in qualsiasi contesto sociale è una delle figure piú esposte e piú "pubbliche". Anche gli eremiti tuttavia, i monaci e le monache che vivono in un regime di clausura stretta, non fanno questa scelta semplicemente per "sfuggire al mondo" ma per dare piú spazio al rapporto con Dio, per vivere piú profondamente quel rapporto di carità soprannaturale che li lega al prossimo, sia pure senza un contatto diretto.