Troppe volte qualità decisive dello spirito umano, nientemeno che l'umanità e la sensibilità, vengono lette in chiave deterministica e legate a connotazioni di sesso. In un documento ecclesiale recente si legge: "Le donne potranno dare un contributo importante perché la Chiesa assuma un volto diverso, piú sensibile e umano". Ma questo linguaggio è corretto?

 

 

 

 

La domanda è piú che legittima. Non di rado anche l'ecclesialese mass-mediale rivela tutti i suoi limiti e merita una seria revisione. Effettivamente questo modo di ragionare per genere non può essere accettato anche e proprio alla luce della fede. Affermare, sia pure indirettamente, che gli uomini abbassano il coefficiente di umanità e sensibilità della Chiesa è tutto da dimostrare oltre che sicuramente offensivo. Non si dovrebbe proprio parlare in tali termini, inoltre è profondamente ingiusto inculcare in qualsiasi modo l'idea che l'umanità e la sensibilità degli uomini sia inferiore a causa della loro identità di genere.

A questo proposito tornano alla mente i "chierici bonaccioni" di cui ogni tanto parla Vittorio Messori in alcuni dei suoi scritti. Eppure dovremmo essere abituati ad uno stile diverso, visto che siamo chiamati a contemplare e a proporre Cristo, testimoniando la necessità di conoscerlo e amarlo personalmente, lui sí esempio assoluto di umanità perfetta per uomini e donne. È penoso vedere come un certo pseudo-umanesimo femminista sia entrato anche nel linguaggio di alcuni uomini di Chiesa.

A dispetto di una certa "predicazione" non dobbiamo sentirci affatto "meno umani e sensibili" per il fatto di essere ciò che siamo. In molti ambienti, per esempio, non è per niente scontato un "aumento del tasso di umanità e di sensibilità" in corrispondenza della semplice crescita numerica delle donne. Non di rado è tutt'altro che vero, anche se spesso la donna è attrice più indiretta che diretta del male, ma non per questo meno responsabile.

Quello che conta non è l’appartenenza ad un genere piuttosto che ad un altro perché il bene e il male sono insiti nella persona umana in quanto tale, senza alcuna distinzione di sesso. Potrebbe sembrare banale ma dietro certi discorsi si cela la dimenticanza di una semplice ma grande verità della nostra fede, quella del peccato originale, che ovviamente affligge anche il genere femminile. In nome della verità e del rispetto di tutti, il bene e il male dobbiamo legarli allo spirito umano e alla sua fragilità e non al sesso. E se crediamo in Cristo, testimoniamo Cristo e non le mode o le utopie del mondo.