Il cattolicesimo è troppo esigente, non crede che sia una religione per persone di una certa età o preparazione intellettuale? Finché si è giovani bisogna anche vivere, godersi un po' la vita, dopo magari si pensa anche seriamente alla religione.

 

 

 

 

Questo certamente non sarebbe un modo di agire saggio! La fede non ha età o cultura, anche un bambino può vivere perfettamente ed essenzialmente il suo essere cristiano. Ovviamente al bambino non viene chiesto tutto ciò che si chiede ad una persona adulta, tuttavia è in grado di assolvere a tutti i suoi impegni essenziali. Perché attendere dunque? Che cosa o chi ci conferisce la certezza di poter arrivare all'età giusta per pensare seriamente alla nostra fede? E poi quale sarebbe questa età? Cinquanta, sessanta o settanta anni?

Sarebbe una puerile ingenuità illudersi di poter cambiare abitudini e costumi dopo una vita vissuta male. Tutto in teoria è possibile ma tra il dire e il fare, come dice la saggezza popolare... c'è di mezzo il mare. No, non si può aspettare, non ha senso, occorre prepararsi fin da adesso. La verità è che la preparazione di una vita... richiede appunto una vita intera! Una sola ora persa è persa per sempre.

Questa è la ragione per cui i santi temevano di perdere tempo. La preziosità del tempo deriva anche dal suo impatto nell'eternità, ecco perché il suo valore è incalcolabile! Un'ora vissuta amando Dio e il prossimo è un'ora guadagnata per sempre; un'ora vissuta senza amore è persa per sempre. Forse può apparire una risposta drastica eppure questo è il criterio più saggio per spendere meglio il proprio tempo.

È vero che la fede cattolica è esigente ma si tratta di una fede che si rivolge a tutti e non solo a persone colte o dalle elevate qualità intellettuali. C'è un testo di un autore spirituale (Mons. Leburn) che esprime molto bene questa realtà:

 

 

«Conosco la tua miseria, le lotte e le tribolazioni della tua anima, le deficienze e le infermità del tuo corpo; so la tua viltà, i tuoi peccati, e ti dico lo stesso: "Dammi il tuo cuore, amami come sei...".

Se aspetti di essere un angelo per abbandonarti all'amore, non amerai mai. Anche se sei vile nella pratica del dovere e della virtù, se ricadi spesso in quelle colpe che vorresti non commettere più, non ti permetto di non amarmi. Amami come sei.

In ogni istante e in qualunque situazione tu sia, nel fervore o nell'aridità, nella fedeltà o nell'infedeltà, amami... come sei... Voglio l'amore del tuo povero cuore; se aspetti di essere perfetto, non mi amerai mai.

Non potrei fare di ogni granello di sabbia un serafino radioso di purezza, di nobiltà e di amore? Non sono io l'Onnipotente? E se mi piace lasciare nel nulla quegli esseri meravigliosi e preferire il povero amore del tuo cuore, non sono io il padrone del mio amore?

Figlio mio, lascia che ti ami, voglio il tuo cuore. Certo voglio col tempo trasformarti ma per ora ti amo come sei... e desidero che tu faccia lo stesso; io voglio vedere dai bassifondi della miseria salire l'amore. Amo in te anche la tua debolezza, amo l'amore dei poveri e dei miserabili; voglio che dai cenci salga continuamente un gran grido: "Gesù ti amo".

Voglio unicamente il canto del tuo cuore, non ho bisogno né della tua scienza, né del tuo talento. Una cosa sola m'importa, di vederti lavorare con amore.

Non sono le tue virtù che desidero; se te ne dessi, sei così debole che alimenterebbero il tuo amor proprio; non ti preoccupare di questo. Avrei potuto destinarti a grandi cose; no, sarai il servo inutile; ti prenderò persino il poco che hai... perché ti ho creato soltanto per l'amore.

Oggi sto alla porta del tuo cuore come un mendicante, io il Re dei Re! Busso e aspetto; affrettati ad aprirmi. Non allegare la tua miseria; se tu conoscessi perfettamente la tua indigenza, morresti di dolore. Ciò che mi ferirebbe il cuore sarebbe di vederti dubitare di me e mancare di fiducia.

Voglio che tu pensi a me ogni ora del giorno e della notte; voglio che tu faccia anche l'azione più insignificante solo per amore. Conto su di te per darmi gioia...

Non preoccuparti di non possedere virtù; ti darò le mie.

Quando dovrai soffrire, ti darò la forza. Mi hai dato l'amore, ti darò di saper amare al di là di quanto puoi sognare...

Ma ricordati... amami come sei...

Ti ho dato mia Madre; fa passare, fa passare tutto dal suo Cuore così puro.

Qualunque cosa accada, non aspettare di essere santo per abbandonarti all'amore, non mi ameresti mai... Và...».