Cristiani: si nasce o si diventa?

 

 

 

 

Nessuno nasce cristiano. Si diventa cristiani con il sacramento del battesimo grazie al quale inizia un cammino di maturazione umana e spirituale che ha come obiettivo la perfezione della carità.

È un cammino che dura tutta la vita e che non è comprensibile entro un orizzonte puramente terreno.

Il battesimo che ci salva «non è rimozione di sporcizia del corpo, ma invocazione di salvezza rivolta a Dio da parte di una buona coscienza, in virtù della risurrezione di Gesù Cristo» (1Pt 3,21).

A proposito del battesimo lo Pseudo-Ippolito ha scritto un brano che è opportuno leggere:

 

«Vi prego, prestatemi bene attenzione: vorrei risalire alla sorgente della vita, contemplare la sorgente da cui scaturisce la salvezza. Il Padre dell'immortalità ha mandato nel mondo il Figlio, il Verbo immortale. Questi viene tra gli uomini per immergerli nell'acqua e nello Spirito. Volendoci rigenerare all'immortalità dell'anima e del corpo, ha infuso in noi lo Spirito della vita, avvolgendoci interamente come in un'armatura incorruttibile. Se dunque l'uomo è stato reso immortale, sarà anche reso partecipe della natura divina (2Pt 1,4). E se l'uomo è stato fatto Dio per mezzo dell'acqua e dello Spirito Santo con la rigenerazione battesimale, diverrà anche coerede del Cristo (Rm 8,17) con la risurrezione dei morti. Per questo io grido: Venite popoli e genti tutte all'immortalità del battesimo...

Questa è l'acqua che partecipa dello Spirito: da essa è irrigato il paradiso, da essa è resa fertile la terra, per essa crescono le piante e gli animali si moltiplicano. In una parola, grazie a quest'acqua in cui il Cristo si fece battezzare e sulla quale discese lo Spirito, simile ad una colomba, l'uomo è rigenerato e richiamato alla vita. Chi scende con fede nel lavacro della rigenerazione, si spoglia della sua servitù e riveste la filiazione divina. Riemerge dal battesimo vestito di luce come il sole e irradia attorno a sé lo splendore della giustizia. Ma, ciò che più importa, ne risale figlio di Dio e coerede del Cristo. A lui e allo Spirito infinitamente santo, buono e vivificante, gloria e potere ora e sempre, per tutti i secoli dei secoli. Amen» (cfr. PSEUDO-IPPOLITO, Discorso sulla santa teofania).