L'importanza della giusta prospettiva

 

 

 

Quando affrontiamo un discorso, qualunque esso sia, dobbiamo considerarne l’oggetto dalla sua giusta prospettiva. Senza questa premessa infatti si rischia di non capire il discorso, anzi di interpretarlo in modo del tutto fuorviante. Facciamo un esempio concreto. Se vogliamo farci un’idea di come sia fatta una città non ci rinchiudiamo certo fra quattro mura, semmai usciamo fuori di casa, percorriamo le strade di quella città, saliamo su un luogo sopraelevato per vederne il panorama.

Solo da questo punto ideale possiamo avere una prospettiva tale da farcene un’idea realistica. E se il discorso riguarda la vita spirituale? È esattamente la stessa cosa. Anche in questo caso dobbiamo cercare la giusta prospettiva oppure la giusta chiave di lettura. Se non abbiamo questa chiave rischiamo di non capire niente o perfino di capire tutto il contrario di quello che dovremmo. Qual è dunque questa chiave di lettura che ci permette di capire rettamente ciò che riguarda la fede e la nostra vita spirituale? Non è facile dare una risposta a questa domanda a meno che non si sia già un po’ avanti nel cammino spirituale.

Proprio di un cammino infatti si tratta; di un lungo viaggio - o di una lunga navigazione - che ci porta alla conoscenza di noi stessi e alla conoscenza di Dio. Ma a cosa conduce questa conoscenza? Alla comunione con Dio e quindi con i fratelli, anzi - per essere piú precisi e completi - con tutto il creato: è l’amore cosmico che vediamo realizzato nella vita e nella persona di Francesco di Assisi. Ma non è ancora il momento di parlare dei vari livelli o stadi che può raggiungere l’amore nella vita spirituale. Quale sarà dunque questa chiave di lettura che ci permette di capire rettamente ciò che riguarda la fede e la nostra vita spirituale? Qui si aprirebbe un lungo discorso che per il momento è bene tralasciare: forse la ricerca della verità?

La ricerca della verità è un presupposto essenziale e irrinunciabile ma non è sufficiente per portarci alla conoscenza piena del mistero di Dio. Di quale verità stiamo parlando poi? Di quella verità che di Dio si può apprendere attraverso la ragione umana e la contemplazione della natura? No, è troppo poco per il fine che ci proponiamo. Dobbiamo certamente essere nella verità ma solo la fede può aprire i nostri occhi alla conoscenza piú profonda del mistero di Dio.

Ecco, in quella che chiamiamo Rivelazione, nella Sacra Scrittura e nella Tradizione della Chiesa Dio ci ha parlato di se stesso. Noi crediamo per fede che Dio ci ha parlato di sé aiutandoci a riconoscere il suo vero volto. È un dono che viene dall’alto, una conoscenza soprannaturale piú perfetta alla quale da soli, con i mezzi umani, non saremmo mai potuti giungere e che interroga profondamente anche il mistero che è la nostra persona. In quale modo Dio ha parlato di sé dunque? Nella prima lettera dell’apostolo Giovanni troviamo una frase, una delle piú brevi ma anche una delle piú straordinarie di tutta la Scrittura. Una frase che non esiste in nessun altro testo sacro di alcun altra religione: Dio è amore! Dice l'apostolo Giovanni:

«Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. In questo si è manifestato l’amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui. In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati» (1Gv 4,7-10).

Mettiamo in evidenza alcuni punti:

1) L’amore è da Dio: in altre parole l’amore non viene da noi, noi non siamo l’amore, non siamo la sua fonte o la sua origine.

2) Chi ama veramente proviene da Dio e conosce Dio, chi non ama invece non lo conosce affatto.

3) Dio è Amore! Perché non ha detto che Dio è verità o giustizia? Certo, Dio è anche Verità ed è anche Giustizia, il fatto è che l’Amore di Dio implica la Verità e la Giustizia. In Dio, che è purissimo è semplicissimo, l’Amore è tutto e racchiude in sé ogni bene, tutto il bene, il sommo bene.

4) Dio è Amore, noi no! Per questo è lui il primo ad amare, sempre!

5) Dove concretamente abbiamo visto questo Amore all’opera? Nel fatto che ci ha dato la vita, tutto l'essere, e che ha salvato noi peccatori donandoci il Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati... perché anche noi avessimo la vera vita.

Piú avanti parleremo anche di questo mistero della nostra fede che è l’Unità e la Trinità di Dio. Per ora fermiamoci qui. Piuttosto notiamo una cosa: abbiamo parlato di “amore” ma spesso anche di “Amore” con la “A” maiuscola, dove sta la differenza? È una distinzione che abbiamo fatto ora e che dopo, per praticità, non faremo piú, basterà l’intuito. Il fatto è che l’amore di cui parla l’apostolo Giovanni è l’amore soprannaturale che è Dio e che viene da Dio: una realtà ben diversa dall’amore che noi riusciamo a concepire secondo natura.